Come ogni film di McQueen già dalle prima scene si capisce che non sarà uno di quei film da domenica sera che puoi vedere con il pigiama e una tazza di camomilla sotto le coperte.
Shame parla di sesso, per essere più chiari parla dell'altra faccia del sesso, quella più morbosa, con il sesso inteso come auto distruzione o morte quindi il contrario di ciò che è in realtà.
Devo dire che quando ho visto il film non sapevo bene cosa aspettarmi, però alla fine sono rimasto colpito, sono rimasto particolarmente colpito dalla contrapposizione musicale (già usata da Kubrick in Arancia meccanica ) dell'alternare scene con una particolare carica emotiva a musica classica ,prevalentemente suonata al piano, questa contrapposizione da particolare forza narrativa alle immagini proprio grazie a questo contrasto che fa risaltare all'occhio ogni minimo particolare narrativo, un altra parte a cui bisogna fare un plauso è senza ombra di dubbio alla fotografia che con tinte meravigliosamente fredde riporta in maniera eccelsa la difficoltà dell'instaurare rapporti umani senza la pura di soffrire e la malattia del personaggio principale.
Però la vera colonna portante di tutto il film è Michael Fassbender su cui è costruita ogni scena , fin dalla prima scena si intuisce che il punto focale non è l'attore in se ma il suo corpo che ci viene mostrato con il viso lontano dal punto di attenzione dando attenzione al suo respiro ed a quegli impercettibili movimenti, facendo capire che questo è un film incentrato sulla fisicità dell'attore.
Rispetto all'acclamato "12 Anni Schiavo" (cito questo perché più famoso ) questo è un film autoriale a tutti gli effetti, lontano dalla gloria dello star sistem americano e dalla storia del paese che ormai sembra aver invaso il cinema d'oltre oceano.
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